La Brianza è una zona della Lombardia ricca di attrazioni e luoghi tutti da scoprire, a partire da Monza.
Questa città è particolarmente apprezzata e conosciuta per il centro, l’omonimo Parco e Villa Reale.
Se invece ami immergerti nella natura, non puoi assolutamente perderti un’escursione nei sentieri del Parco Valle Lambro, i quali, sebbene siano poco conosciuti, pullulano di paesaggi mozzafiato, cappellette votive, cascine rurali, borghi, castelli e molto altro ancora.
Gran parte di questi luoghi sono inoltre protagonisti di curiose leggende tramandate da generazione in generazione.
Quali camminate devi assolutamente fare
Con l’arrivo della bella stagione, non c’è niente di meglio di alcune ore lontane dallo stress cittadino, grazie alle quali potrai rifarti gli occhi con delle bellezze naturali mozzafiato e dedicarti a della sana attività fisica.
Nelle prossime righe ti suggerisco tre itinerari interessanti.
Arte medievale e natura da Carate Brianza ad Agliate
Questo percorso su strada asfaltata è alla portata di tutti, ha una lunghezza di 2,24 Km e può essere affrontato sia a piedi, sia a bordo di una mountain bike.
Inizia da Via S. Bernardo a Carate Brianza e termina alla Basilica dei Santi Pietro e Paolo, che si trova nella frazione di Agliate.
Se ami la natura e la storia dell’arte, questa proposta è perfetta, in quanto ti permetterà di conoscere la seicentesca Villa Cusani Confalonieri, il centro di Carate Brianza, dove si trovano ben sei chiese e appunto la Basilica di San Pietro e Paolo.
Quest’ultima è una costruzione in stile romanico completamente immersa nella natura.
Per arrivare in questa zona, ti consiglio di parcheggiare l’auto in Via S. Bernardo.
Mulini del Lambro e Grotte del Realdino
Se ami le atmosfere romantiche o l’archeologia industriale, impugna la tua mountain bike o indossa i tuoi scarponcini da trekking per conoscere non solo le fabbriche storiche della Brianza, ma anche i mulini medievali, le antiche cascine e le Grotte di Realdino.
Esse non sono altro che delle cavità di origine naturale divenute un’ambita meta d’escursione fin dal XIX secolo.
Il percorso è di media difficoltà, ha una lunghezza di 4,5 Km e coinvolge ben quattro comuni, ossia Carate Brianza, Briosco (qui è presente una cartiera abbandonata, ma ti sconsiglio vivamente l’accesso, in quanto sorvegliata da personale esperto e cani da guardia), Verano Brianza e Giussano.
Per quanto riguarda invece il suolo, troverai sia strade asfaltate, sia sterrati.
Puoi giungere in queste zone dalla SS 36 uscita Briosco e posteggiare l’auto in Via Peregallo, in fondo alla quale si trova un comodo parcheggio.
Parco di Villa Reale: uno scrigno di storie contadine
Un tempo il Parco di Monza era la residenza dei signori Farina, la cui professione era quella dei mugnai al servizio del re.
Il percorso parte dalla frazione di San Giorgio di Biassono e termina nei pressi della Porta di Villasanta (Viale dei Mulini Asciutti), dove si trova una fattoria.
Durante il tragitto attraverserai il Ponte delle Catene più un sentiero che costeggia il fiume Lambro.
Puoi raggiungere il Parco di Monza nelle seguenti modalità:
- in auto: puoi parcheggiarla in Via Osculati oppure in Via Regina Margherita;
- in treno: prendendo i mezzi di Trenord puoi scendere alla fermata di Buttafava o Villasanta.
L’itinerario è lungo 2,2 km ed è adatto anche ai più piccoli, in quanto i sentieri del Parco di Monza sono pianeggianti e molto ampi.
Quali attività non ti devi perdere
La Brianza non è solo ricca di luoghi magnifici, ma è anche sinonimo di buona tavola e produttività, in primis nel settore manifatturiero.
Curiosità del territorio Monza e dintorni
La zona Monza-Brianza custodisce tantissimi aneddoti capaci di suscitare la curiosità di grandi e piccini, in quanto ricchi di fascino e mistero.
San Gerardo e il miracolo delle ciliegie
Era una fredda notte d’inverno e San Gerardo chiese agli Ostiani di poter rimanere a pregare all’interno della Basilica di San Giovanni.
In cambio avrebbe fatto trovare loro un cesto di ciliegie, le quali furono consegnate il mattino dopo, suscitando non poco stupore.
Per questo motivo il santo è spesso raffigurato con un bastone di ciliegio in mano.
Il Pozzo della Spagnola
Lo sportello di questo pozzo si trova nei pressi della porta d’ingresso della cinta del parco di Santa Maria delle Grazie.
Il luogo è tristemente conosciuto, in quanto nel 1600 una giovane donna di origini spagnole decise di porre fine alla sua vita gettandosi nell’acqua a causa di una delusione d’amore.
Il miracolo del grano
Il miracolo fu compiuto da San Gerardo, il quale, durante una terribile carestia, riuscì a colmare botti e magazzini di grano, riuscendo così a sfamare gli abitanti della città.
Lo Stemma di Monza
Lo Stemma di Monza racchiude diversi simboli delle autorità, tra cui il Papa (campo bianco) e l’Imperatore (la luna).
Essi sono il perfetto incontro tra la spiritualità e il materialismo, elementi indispensabili per il potere della città.
Gli Affreschi degli Zavattari
Queste magnifiche opere d’arte, realizzate appunto nel 1444 dalla famiglia Zavattari, si trovano all’interno della cappella di Teodolina nel Duomo di Monza.
Tali raffigurazioni sono un perfetto connubio tra vita reale e fiaba, in quanto la regina si muove con estrema leggerezza tra tutti gli elementi che facevano parte della sua realtà, ossia cavalli, cani, cavalieri e guerrieri.
I Ponti del Parco di Monza
All’interno del Parco di Monza si contano quattro ponti che attraversano il fiume Lambro.
Il primo il ponte Neoclassico (Archietto Luigi Canonica realizzato nel 1805), il secondo si chiama Ponte del Bertoli (Archietto Giacomo Tazzini realizzato nel 1838) in memoria di chi procurò i fondi contigui, mentre il Ponte Della Cavrigia (Archietto Giacomo Tazzini realizzato nel 1833) prende il nome dal viale di ubicazione.
Il Ponte delle Catene (Archietto Luigi Canonica realizzato nel 1820) è invece composto da parapetti in granito uniti da catene in ferro e il quinto sostiene le cancellate in ferro.
Il miracolo del mantello
Anche questo miracolo si verificò per mano di San Gerardo.
Nella suddetta occasione il Patrono di Monza, durante un’inondazione del Lambro avvenuta nel 1177, pose il suo mantello sul fiume per attraversare la sponda e riuscì a far calmare le acque.
Il 6 giugno di ogni anno, i monzesi sono soliti collocare delle statue del Santo sul Lambro per ricordare tale lodevole gesto.
Il Tesoro del Duomo di Monza
Il Tesoro del Duomo di Monza riunisce tutti gli oggetti salvati dalla confisca avvenuta per mano di Napoleone Bonaparte nel 1796, durante la quale numerosi preziosi in oro e argento furono venduti per finanziare le spese di guerra.
Inoltre, al fine di arricchire la Biblioteca Nazionale di Parigi, il generale francese fece trasferire alcuni componenti del tesoro, tra cui la Tazza di Zaffiro, l’Evangeliario e le corone di Teodolinda e Agilulfo.
Sebbene molti oggetti furono restituiti nel 1816, alcuni di essi andarono perduti per sempre.
Oggi fanno parte del Tesoro del Duomo di Monza la corona di Teodolinda, la Tazza di Zaffiro, la Corona Ferrea, la Croce di Berengario e molti altri cimeli dal valore inestimabile.
La Tazza di Zaffiro
La Tazza di Zaffiro è una coppa posta su un piedistallo in oro risalente al 1490 ed è l’oggetto più antico del Tesoro del Duomo di Monza.
Un’antica tradizione narra che essa fu offerta ad Adigulfo dalla sua sposa Teodolina dopo avervi bevuto.
Inoltre la suddetta coppa fu utilizzata durante il brindisi solenne per le incoronazioni di Ferdinando d’Austria e Napoleone I.
La Corona Ferrea
La Corona Ferrea fu indossata da ben undici imperatori, i quali regnarono dall’888 al 1838.
Essa è il gioiello più conosciuto del Tesoro del Duomo di Monza, è in oro puro con 24 gemme più altre pietre dure ed è costituita da sei pezzi tenuti insieme da alcune cerniere girevoli, il cui scopo era quello di regolare la misura del capo.
Secondo un’antica leggenda, uno dei chiodi utilizzati per la crocifissione di Gesù si trova nella lamina in ferro del gioiello, poiché l’l’imperatrice Elena (madre di Costantino), riuscì a prelevarne due dal Santo Sepolcro.
Evangeliario di Teodolinda
L’Evangeliario di Teodolinda risale al VI ed è costituito da due tavole in oro, all’interno delle quali è presente una croce fregiata con alcune gemme preziose.
All’epoca veniva utilizzato per la copertura dei Vangeli e dei libri liturgici.
Su una parte è presente una scritta nera smaltata dedicata alla nobildonna.
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